Farewell to Via Marsala

Posted by Annalisa Mazzolari Category: Senza categoria

Agosto 2018

Ho per giorni indagato nell’intimo le parole che meglio mi potessero aiutare a raccontare l’enorme salto che questo mese mi ha condotta a fare

E ad oggi, grazie ad una buona spinta che mi si da attraverso versi d’amore, penso di riuscire in qualche modo a condensare

Esistono dei traguardi, nella vita di ognuno

Dei traguardi che sin da piccoli sogniamo e scegliamo di prefissarci

Crescendo magari assumono una diversa sfumatura o prendono nuovi colori…ma alla fine l’idea dell’immagine che vogliamo costruire sulla nostra tela rimane la medesima

Sulla mia tela ho sempre desiderato spruzzarci sopra una principessa, accanto ad un bellissimo principe, che avesse modo di dimostrare quanto potesse valere e che venisse soprattutto vista e amata per quello che era veramente

Da quella prima pennellata sono passati 21 anni, mesi di cambiamenti, distruzioni, riassestamenti, risate e pianti.

Ho sempre vagato nelle vite degli altri per conto mio, contando sull’appoggio di due àncore sicure, ma mai immergendomi nella profondità degli incontri estranei

Forse perché non li ritenevo “adeguati”, o forse perché sotto sotto non mi interessavano

Sta di fatto che nel mio peregrinare ho sempre contato su un’unica compagna di viaggio: la Musica

 

Tre anni fa mi è capitato di toccare una nuova terra, di imbroccare una nuova strada

Ed io e questa mia amica ci siamo all’improvviso ritrovate di fronte ad un mondo ostile

Fatto di volti e storie da raccontare che piano piano hanno iniziato a battere il tempo sulle corde del cuore

 

Ho sempre creduto nell’enorme potenzialità musicale di questo elemento, ma la verità è che non sono mai stata veramente pronta per poterlo testare, fino a quando non sono giunta a Trento

Dal primissimo giorno in cui ho ammirato le montagne, ogni evento ha sollecitato la mia curiosità e mi ha portata a capire quanto fosse importante e bello abbattere le mura del mio cinico solipsismo.

Così io e Musica abbiamo deciso di aprirci, di raccontare degli scontri e dei confronti

E da questa faticosa sfida che ci siamo imposte è nata in una notte primaverile una giunchiglia ancora in fiore

E per quanto grande e faticoso il suo parto possa essere stato, oggi la osservo e mi inorgoglisco per tutto ciò che è germogliato

Quei petali gialli mi hanno ricordato quanto troppo preziosa fosse la vita per essere sprecata nelle gabbie della malinconia, del rancore e della negazione

Perciò, volendo continuare nella attenta coltivazione di un grande prato colorato, ho deciso che era arrivato il momento di lasciare andare i fantasmi del mio passato

Nel momento stesso in cui ho preso questa decisione, le cose intorno hanno iniziato ad assumere qualcosa che mai mi sarei aspettata: un senso

Ma non un senso dettato da fatalità o provvidenza, piuttosto un elementare e fluido risultato di tutte le sommate battaglie che ho avuto il privilegio di combattere

 

È successo così, che in una nobile calda serata di inizio agosto, io ho semplicemente constatato che forse era meglio chiudere quegli occhi così stanchi

E vedere dove l’armonia dell’aria mi conducesse

Questo prepotente direttore d’orchestra che è il vento mi ha guidata verso alcune importanti risposte: su di me, sull’esistenza in genere, ma soprattutto sulle strade

Strade calpestate da nuove e vecchie persone

Strade che cambiano e ingannano

Mi sono sentita dopo tanto tempo una personalità integra e forte

Ho lasciato alle spalle la frammentarietà

Sicura di quello che stava gestendo

E così è stato

Ma sempre, qualcosa, dentro delle note si nascondeva

Qualche conto in sospeso, ancora qualche risposta che assiduamente cercavo senza mai trovare

Qualche paura di sprofondare

 

Paura, che assurda amica

È quella che ti stringe i nodi in gola ma al tempo stesso ti istiga alla caduta

Cos’è questa caduta?

Un abbandono, un ascolto

A quell’antico strumento musicale che una volta avevo usato, ahimè con esito fallimentare

Che facciamo dunque?

Siamo sinceri nei confronti del cuore

 

Ho trovato la forza di essere vera con lui soltanto dopo aver riniziato a credere in Musica (che un po’ ammetto avevo abbandonato)

Da quando sono ritornata a capire quanto fosse bello improvvisare dello swing negli specchi del mio mare

E a forza di seguire il ritmo e improvvisare, son giunta ad un incrocio focale

E all’improvviso, nel tumulto dei suoni della gente, mi sono messa ad origliare

Una canzone.

 

Un dolce e melodioso nuovo suono che avevo già ascoltato da qualche parte

Pareva di mia invenzione ma ecco la cosa strana

Non proveniva da me

La tonalità era la stessa, la sonorità pure ma no

Non era una canzone del mio album

 

Quel suono, quelle lacrime, quelle modulazioni caricate di sentimenti così umani

Venivano da un altro

 

Nel realizzarlo mi sono immobilizzata e spaventata

Perché avevo capito che qualcuno mi stava dando libero accesso ad una suonata a quattro mani

Che si componesse però sugli accordi di un amore che da mesi sanguinava

Sanguinava, per causa mia

 

No, non avrei mai potuto

Era una melodia per me troppo delicata

Anche se in realtà sotto sotto mi affascinava

 

E come per ogni cosa brillantemente composta, complicata, passionale che mi affascina

Alla fine dei conti, ci sono entrata

 

Le persone continuano insistentemente a chiedermi le ragioni di questo mio improvviso cambio di posizione

Ed io per ripicca ho deciso di seguire la corrente esattamente opposta:

Non voglio trovare ragioni

Perché sono stufa di sprecare le fatiche per calcolare le probabilità su una tela

Su quella medesima tela destinata in realtà a delle pennellate vivaci e irregolari

 

Oggi ho deciso di dare un nome al mio dipinto:

Speranza

Che è il prodotto di un po’ di sana follia e un’enorme dose di pazienza

Due elementi che mi sono serviti per arrivare qua, oggi, dentro le mura di questa vecchia casa in Via Marsala

Mura che sono sempre state le mie ossa quando ne ero totalmente priva

Mura che mi hanno protetta

E che ora sto per lasciare

Guardo dalla finestra da cui ho sempre puntato il cielo

Verso l’orizzonte piango sul regno che mi sono permessa di costruire in questi ultimi tre anni

Per poi rivolgere il mio sguardo verso il basso e rendermi conto che sotto di me sta un abisso profondo

Che è meraviglioso, e che mi sta chiamando

 

Ne ho una paura fottuta

Non posso di certo nasconderlo

Ma a volte si tratta solo di credere nella bellezza della caduta

E di aver fede

Nell’unica religione che una filosofa si è sempre promessa di professare:

l’Amore

 

l’Amore che per me è sinonimo di Musica

E da oggi, da questo istante

Non ne canterò solo la mia strofa da solista

Perché sì, c’è un’altra melodia

Ai piedi delle scale

Che mi sta aspettando

Che mi prende per mano per comporre insieme una improvvisata sinfonia

Che con teneri occhi penetra il mio riflesso

Sussurrandomi all’orecchio

Che questa potrebbe essere l’occasione per un’avventura mozzafiato

Dove poter ballare fino allo sfinimento

 

E sapete che vi dico?

Dopo le tante prove, drammi, peripezie e attese

La principessa e il suo principe se lo sono meritato

Un lieto finale che si accende in una spensierata danza

 

E allora addio, sono pronta

Dolce via Marsala

Cammino per i binari di Verona Porta Nuova

E mi sento così carica

Da mandare a fanculo tutto il resto

 

Su questa nave riepilogo tutti i sogni

Che sono stati brillantemente realizzati

Ho finito di comporre la mia prima tela

 

E adesso?

Adesso ne comprerò una seconda

E la renderò ancora più bella

Ancor più intonsa

Di parole e Musica

Ancor più ricca

Di una vivida e formidabile

Speranza