Part of your world

Posted by Annalisa Mazzolari Category: Senza categoria

Mia dolce sirena

Ti scrivo una lettera, mille parole che userò, non so se per dirti addio o arrivederci, ma dal momento che il mio sguardo non procede oltre l’orizzonte di un tempo infinito, credo che questa sia la giusta occasione per espormi, e raccontarti di quanto e come mi sono legata a te.

Prima di conoscerti, le mie amicizie ti descrivevano come una donna fredda, principesca sì, regale, ma anonima, pretenziosa, quasi incapace di mostrarmi sufficiente calore per affrontare l’autunno.
Per fortuna non mi lascio condizionare da tante, superflue raccomandazioni. Preferisco vivere in prima persona, così ho deciso di fare anche con te: conoscerti, viverti.

Ti sei presentata in quello che tutti descrivevano il tuo grigiore; nel pieno di una tempesta, senza lasciarmi modo di salutare, mi hai direttamente coinvolta in questo malinconico canto. Ma ad essere sincera, non ho ricordo di quel tono opaco come di qualcosa di brutto, tutt’altro: ne sono rimasta affascinata, quasi ne ero felice, perché mi portavi una musica che mai avevo sentito prima d’ora, e che era esattamente il tipo di armonia che andavo cercando, completamente diversa da quelle già ascoltate.

Siamo state insieme il primo mese e, inaspettatamente, non so se per fiducia, ti sei illuminata di un sole dorato, regalandoti in tutta la tua limpidezza, mostrandoti nel vivo rosso dei tuoi capelli, nei tuoi occhi brillanti e chiari. E come non poter io cadere nello spazio della contemplazione e nello sguardo della bambina felice?
Mi hai donato spensieratezza, libertà, come mai nessuno era riuscito a fare. Mi sono vista, nell’indipendenza, nella forza che non immaginavo di aver guadagnato negli anni.

Trascorso il tempo dell’ultimo tepore, hai incominciato a raggelarti; non direi irrigidirti, poiché nonostante le tue mani iniziassero a diventare più fredde, me le hai sempre poste e anzi, forse mi stavi dando la possibilità di tenertele e riscaldartele. Del resto tu, regina del ghiaccio, è proprio il calore che richiedi alle persone che incontri. Ho iniziato a notarlo incontrando i tuoi amici, sempre accorti nel farti sentire parte di una grande famiglia e così, indirettamente, anche io piano piano ho iniziato a sentirmi un membro di quella stessa.
Gli ultimi giorni di novembre hai pianto spesso in mia presenza, e penso che questa liberazione sia stata preziosa, perché mi hai rivelato un lato intimo a cui riservi l’accesso ai pochi. Ho scoperto chi sei nella luce, era il momento di scoprirti nelle tenebre.

Ma proprio nell’oscurità, scavando fino in fondo, non ho trovato smarrimento o perdizione. Ti ho vista, candida, innocente e pura, e ciò mi ha dato prova della tua immensa bontà d’animo, che nonostante tutte le tue sfumature, cela l’essenza di te, che è buona e bella.
Ho attraversato diversi corridoi gialli e marroni, viola e neri, ma mai, per un singolo istante, mi sono sentita persa. Forse sola, forse impotente, forse malinconica, ripensando alla famiglia che avevo lasciato non alle spalle certamente, ma comunque distante dai miei passi.
Mi sono staccata dal nido, ancora una volta, ma a differenza di quanto mi è successo in passato…mi sono innamorata, mi sono rivista, ma mai, mai una sola volta persa.

Lo sai quante paure mi disegnano, ma insieme a quelle nutro molte speranze, moltissima fede e, oggi più che mai, gratitudine. Sono grata a te, perché nella tua grandezza mi sei apparsa piccola, come essere umano. Ti sono grata perché mi hai mostrato come prendere la vita con calma, sebbene non per questo nell’ozio. Hai curato parte della mia rigidità, suggerendomi di ascoltare di più, di rivolgermi sia alla testa che al cuore nella stessa identica maniera. Mi hai fatto sentire circondata da persone meravigliose, con una delle quali ho costruito un rapporto unico di sorellanza, e con molte altre ho dato pezzi di me che neppure conoscevo. Mi hai fatto sentire amata, anche se a distanza, da chi si raccoglie attorno al mio focolare. Mi hai fatto sentire sola.
E questo è tanto prezioso quanto importante…rendersi conto che nella vita siamo costitutivamente così: soli e non soli, deboli e forti, a sfumature…ma, nel profondo buoni e belli. Se dentro il centro ha questa intenzione, sempre disposta al Bene e al Bello, nonostante i molteplici draghi, anche questi avranno la possibilità di trasformarsi dal mostro più pesante alla creatura più buffa.

Non so per quale merito sia riuscita a guadagnare il centro; penso sia prodotto di molteplici cose: la mia casa, la mia infanzia, il passato, la Musica. Sì, quella Dea che è parte di me. Strano a dirsi, ma mai come in questi tre mesi l’ho sentita penetrarmi e proteggermi.
Forse è un insieme di cose interne ed esterne che mi rendono Annalisa e Joan Quille, due identità che non fanno che appartenersi, un semplice modo per comunicare al mondo che sono una donna fragile, ma al tempo stesso combatto per sentirmi una guerriera.

Tu mi hai concesso di sentirmi così. Per questo il ricordo di te rimarrà intoccabile e splendido.
Sono sicura non sarà un addio. Non potrà mai esserlo. Del resto amare vuol dire questo, superare i limiti, superare le distanze e il tempo. Ma ancor più di questo, amare significa non smetter di sognare e lottare per chi ti fa stare bene. Ed ogni volta che ripenserò a te, troverò l’energia per non mollare i sogni, e renderli paladini delle mie battaglie.

Mi mancherai moltissimo
Ma ci rincontreremo presto

Tua,
Joan