Ho visto la mia Brescia
L’ho vista, accarezzata
Nello schermo post-apocalittico
Una bomba sganciata
I negozi chiusi
Alcuni vendesi
Altri in vetrina inscenano manichini mascherati
Assurdo
Ciò con cui mi sono solerte cibata verso le cinque del mattino
Ora lo scruto in pieno giorno
Un sole che mi bagna la pelle
Individui alla ricerca di sguardi
Di visi noti
Per riconoscere i superstiti
L’aria azzurra è più limpida di un’elevata montagna
Di un ossigeno mai respirato prima
La fiera ha voglia di rialzarsi
Ma ancora lecca le sue ferite
I bresciani passeggiano
Tacciono spesso, dietro le labbra coperte
Chissà se piangono
Io ho pianto
Perchè ho visto le rose di Maggio
Quando ieri era Dicembre
Perchè ho trovato una sorella persa
Che non mi sembrava di aver rivisto molto tempo addietro
Ma sono trascorsi e volati due mesi
Cosa ho fatto nel frattempo?
Ho vissuto, sentito
Tante cose
Tanti attimi
Sì, non posso dire di non aver vissuto
Sono grata e lieta
Cara Brescia, gentile Brescia
Chissà se sta volta saremo più cauti
Spero che il tramonto del deserto
Dia spazio a pensieri armonici
Prometto, ti farò correre
Cacciare, ruggire
Parlare
Nel modo che più mi è nobile e appartiene
– J. Q.