Albero di pesco in fiore

Posted by Annalisa Mazzolari Category: Senza categoria
Mamma una volta mi ha detto
Che nella vita bisogna essere delle pesche
 
Perché quando due frutti di bosco si scontrano rischiano di sfaldarsi
Invece, quando sono due pesche a cozzare tra loro esse rimangono intatte
O meglio…possono anche loro essere “danneggiate” ma ciò che rimane solido e intoccato è il loro nocciolo
 
Noi nella vita dobbiamo essere delle pesche, dobbiamo costruirci il nocciolo
Ma cos’è questo nocciolo?
 
Quando ne ho sentito parlare per la prima volta avevo inteso fosse quella parte intima del nostro essere che solo i pochi eletti che scegliamo di coinvolgere nella lettura dell’anima possono toccare
Ma mamma mi ha corretto
Quello di cui parlavo io era ancora la nostra polpa, che è qualcosa di più della buccia che lasciamo a chi ci indaga superficialmente, alle conoscenze
Ma non è il nocciolo
 
Il nocciolo è soltanto nostro, nessuno lo tocca
Noi potremmo decidere forse di mostrarlo…alle persone che amiamo, alle persone di cui ci fidiamo
Ma queste non potranno mai e poi mai accederci o cambiarlo
 
C’è però un problema
Noi non nasciamo pesche
Nasciamo frutti di bosco, inermi, fragili, malleabili
Ed è allora qui che inizia la parte divertente del gioco: il nocciolo è nostro, così come nostro diventa il carico di costruirlo
 
Rifletto su questo
Ecco che cosa ho fatto in questi tre anni, ho fatto su il mio nocciolo
Ma mamma ha tralasciato la spiegazione di una parte del compito:
Adesso devo scontrarmi con le altre pesche
O…gli altri frutti di bosco
 
Quando ero al liceo ascoltavo sempre una canzone in cui mi rispecchiavo
“Shooting Star” dei Boyzone
È una di quelle canzoni che vengono messe alla fine di un film, ai titoli di coda, e che nessuno si caga mai
Parla di un ragazzo che osserva una stella cadere dal cielo
Una stella che continua a cadere cercando il suo posto nell’universo
 
Per anni ho sempre avuto la dannata ossessione di cercare una terra che potessi chiamare casa
E per anni ho sempre avuto la dannata ossessione di voler incontrare una persona che stesse sempre accanto a me dentro quelle mura
Nel viaggio ho avuto anche modo di incontrane una
Ma piano piano le mura che avevamo costruito assieme sono diventate troppo strette e inadatte
Così ho deciso di cambiare e di rimettermi a cercare
 
Viaggio in continuazione e incontro gente
Ma non riesco mai a trovare un posto fisso
Incappo scomodamente solo nel mio nocciolo
Che inizia anche a piacermi 
La verità però è che mi rattrista pensare che questo nucleo tocchi gli altri frutti senza mai amalgamarsi con loro, come già mi era accaduto in precedenza con uno
Mi pare di sentire un vuoto da dover colmare
 
Alcuni frutti mi raccontano come dovrebbe girare il mondo, facendo strane smorfie quando mostro un pò di polpa
Frutti di bosco ai quali lascerò guardare la buccia
 
Altri frutti, in metamorfosi, mi conoscono intimamente 
Mi sento grata quando mi lasciano guardare dentro loro, quando mi lasciano assaggiare il loro succo e mi sento di poter fare lo stesso a mia volta con loro 
 
Ci sono poi le pesche che mi accompagnano dalla nascita e che, per amore ed esperienza, mi suggeriscono la corrente da seguire, a volte anche rimproverandomi
Misuro il modo in cui devo captare i loro insegnamenti
 
Infine ci sono nuovi frutti ignoti
Mi assale sempre il timore di lasciar loro toccare un po’ della mia polpa, di giustificarmi per certi comportamenti
È sempre difficile avere a che fare con ciò che ancora non conosci
 
Ma quando vieni assalito dalla paura ho capito che la cosa migliore è:
Prendere un bel respiro…e cadere
Magari poi precipiti
Magari spicchi il volo
Il “se”, il “ma”, il “perché si”, “perché no”…penso siano vantaggiosi nella misura in cui non frenino questa caduta
In tal caso tanto vale prenderli e buttarli via
 
Sabato sera
Sto seduta ad osservare il lago e le luci in lontananza, ma sono in compagnia
In compagnia di sorrisi sconosciuti che hanno colorato una giornata di sole
Sette ragazzi che scrutano l’orizzonte, che scherzano tra loro di cose idiote
Mi assale una strana sensazione
Non c’è nulla di sublime in quello che vedo, nulla di estatico in quello che sento
Eppure…tutto è perfetto
E inizio a pensare che forse non è poi così brutto essere una piccola pesca viandante
Che tocca le vite degli altri più o meno profondamente
 
Mi piace pensare nella possibilità di passare altri mille momenti come quelli
O come quelli che in realtà ho già passato:
Fare colazione per salutare tua sorella e il suo ragazzo che partono
Cantare jazz con ragazzi come te
Cenare a ferragosto con le amiche ad un Mac
Passare una giornata coi miei correndo per le colline marchigiane
Studiare il blues e l’improvvisazione
Passare la notte fino alle 5:00 ad ascoltare una canzone 
Suonare per due giovani che si promettono amore eterno
Andare ad un concerto in un posto famigliare ma con persone nuove
Slegarsi i capelli e saltare
Lasciarsi abbracciare e cantare con chi ti fa sentire davvero amata
Amare a tua volta tutte quelle cose e tutte le persone che ti fanno stare bene
Piangere e rabbrividire nel pensare che ci sono stati altri pazzi prima di te in questo dannato cosmo
 
È il 19 agosto
È il 19 agosto 2018
E ho capito
Che casa mia è dappertutto
E che la persona con cui voglio stare e che sto cercando in realtà l’ho già incontrata:
Sono io.
E, per adesso, tutto questo mi basta
Tutto questo, per me
È la felicità.