Il folle è sul prato
«Buonasera»
“Buonasera. Chi è lei?”
«Mi chiamo Mr. Blake
Sono venuto a farle visita
Posso accomodarmi?»
“Mi scusi ma…cosa vuole?”
«Solo fare due chiacchiere
Solo fare conversazione
Potrei offrirle di diventare invincibile
Offrirle di diventare immortale»
“Hm. Se così lei si pone.
Prego si sieda, la faccio accomodare”
Il folle è nella stanza
“Allora, mi dica”
«Ha mai pensato di possedere una grande e potente macchina
Che possa predire e programmare alla perfezione tutta la sua vita?
Cosa farebbe se le dicessi che la sua funzione può essere immessa direttamente nella sua mente?»
“Cosa intende, scusi?”
«Diventare lei un preciso calcolatore
Dipingere il suo splendido futuro a pennello
Non aver bisogno di rogne se non della Ragione
Nessun pensiero emotivo
Né alcuna preoccupazione»
“In effetti potrebbe risolvere i miei problemi, potrebbe agevolarmi”
«Sapevo che non avrebbe rifiutato
Perciò? Iniziamo?»
“La faccio entrare”
Il folle è nella testa
Si alzava la mattina
Brioche e cappuccino
Quattro passi all’aria aperta
E poi dentro quei libri
Qualcuno lo chiama al telefono
Qualche stronzo che ama fare il gradasso
Qualche solito stronzo a cui va di attaccare
“Mr. Blake? Blake ci sei? Questa chiamata non era programmata”
«Non ti preoccupare.
È una cosa da nulla. Non ci pensare e continua a lavorare»
Chiude la porta
Lui sente le voci mentre dorme
Vede i volti nelle pareti della sua casa
Una sera un’amica incurante gli da buca ad un bar
E il dispiacere si accende
Il dolore è sempre più costante
“Mr. Blake non riesco ad andare avanti. Mr. Blake non riesco a concentrarmi”
«Sono banalità, sono cose da sciocchi. Non è questo l’importante, non è il tuo obbiettivo. Continua a calcolare. Continua a non sentire»
Butta via la chiave
Ma non può non sentire, non può non pensarci
Il fiume scorre e raccoglie il suo pianto
Tenta di annegarlo ma senza riuscirci
Non trova l’obbiettivo
L’arciere perso nell’emotività
Vede dall’alto, la ragazza
Che cantando gli sussurra: Tu non sei così, tu non stai bene.
“Mr. Blake, non mi riconoscono
Mr. Blake cosa mi sta accadendo
Non era questo quello che volevo
Sono solo e tutto sta sotto una coltre di fumo ebbro
Tutto quanto intorno è diventato
inverno”
«Stai zitto, bastardo.
Non ti devi azzardare
I patti erano chiari
Di impulsi non ne dovevi sentir parlare
Pensavo potessi essere più forte, più adatto al compito
E invece guardati, sei il grido del fallimento»
“Mr. Blake la prego, la prego se ne vada”
Lo ha preso
L’inferno
Lo ha preso
Il lupo nero
“C’è qualcuno nella mia testa
Ma non sono io”