Mr. Blake

Posted by Annalisa Mazzolari Category: Senza categoria

Il folle è sul prato

«Buonasera»
“Buonasera. Chi è lei?”
«Mi chiamo Mr. Blake
Sono venuto a farle visita
Posso accomodarmi?»
“Mi scusi ma…cosa vuole?”
«Solo fare due chiacchiere
Solo fare conversazione
Potrei offrirle di diventare invincibile
Offrirle di diventare immortale»
“Hm. Se così lei si pone.
Prego si sieda, la faccio accomodare

Il folle è nella stanza

“Allora, mi dica”
«Ha mai pensato di possedere una grande e potente macchina
Che possa predire e programmare alla perfezione tutta la sua vita?
Cosa farebbe se le dicessi che la sua funzione può essere immessa direttamente nella sua mente?»
“Cosa intende, scusi?”
«Diventare lei un preciso calcolatore
Dipingere il suo splendido futuro a pennello
Non aver bisogno di rogne se non della Ragione
Nessun pensiero emotivo
Né alcuna preoccupazione»
“In effetti potrebbe risolvere i miei problemi, potrebbe agevolarmi”
«Sapevo che non avrebbe rifiutato
Perciò? Iniziamo?»
“La faccio entrare”

Il folle è nella testa

Si alzava la mattina
Brioche e cappuccino
Quattro passi all’aria aperta
E poi dentro quei libri
Qualcuno lo chiama al telefono
Qualche stronzo che ama fare il gradasso
Qualche solito stronzo a cui va di attaccare
Mr. Blake? Blake ci sei? Questa chiamata non era programmata”
«Non ti preoccupare.
È una cosa da nulla. Non ci pensare e continua a lavorare»

Chiude la porta

Lui sente le voci mentre dorme
Vede i volti nelle pareti della sua casa
Una sera un’amica incurante gli da buca ad un bar
E il dispiacere si accende
Il dolore è sempre più costante
Mr. Blake non riesco ad andare avanti. Mr. Blake non riesco a concentrarmi”
«Sono banalità, sono cose da sciocchi. Non è questo l’importante, non è il tuo obbiettivo. Continua a calcolare. Continua a non sentire»

Butta via la chiave

Ma non può non sentire, non può non pensarci
Il fiume scorre e raccoglie il suo pianto
Tenta di annegarlo ma senza riuscirci
Non trova l’obbiettivo
L’arciere perso nell’emotività
Vede dall’alto, la ragazza 
Che cantando gli sussurra: Tu non sei così, tu non stai bene.

Mr. Blake, non mi riconoscono
Mr. Blake cosa mi sta accadendo
Non era questo quello che volevo
Sono solo e tutto sta sotto una coltre di fumo ebbro
Tutto quanto intorno è diventato
inverno”

«Stai zitto, bastardo.
Non ti devi azzardare
I patti erano chiari
Di impulsi non ne dovevi sentir parlare
Pensavo potessi essere più forte, più adatto al compito
E invece guardati, sei il grido del fallimento»

Mr. Blake la prego, la prego se ne vada”

Lo ha preso
L’inferno
Lo ha preso
Il lupo nero

“C’è qualcuno nella mia testa
Ma non sono io”

Mr. Blake è un licantropo pelato 
che ti abbraccia da dietro nelle ore della tua insicurezza 
Penetra con le sue dita snelle il tuo petto 
e non appena abbassi la guardia afferra e strappa da esso il muscolo più sinistro 
Inietta nel tuo scheletro la melma bluastra che compone la sua sostanza 
e mentre divora il tuo cuore leccandosi via dalle fauci il sangue ancora caldo 
dentro te inizia a calare
il silenzio
Il gelido veleno comincia a circolare 
sopprimendo la volontà di reagire 
facendoti crollare per terra 
E mentre cerchi invano di individuare la causa fisica di quel dolore straziante 
Mr. Blake se la ride al tuo fianco 
approfittandosene della tua debolezza 
afferra il tuo capo e lo getta sotto terra 
chiude ogni filtro che possa far passare luce 
ti seppellisce vivo 
e tu verme cieco, non vedi più traccia del cielo 
per tutti gli altri sei morto ma ancora continui a respirare 
Inizi a gridare, stremante 
un aiuto 
ma nessuno ti sente, lì sotto quel cumulo
E mentre piangi disperato le tue ultime ore 
realizzi d’un tratto che il nero licantropo 
sei tu.
Inorridito dall’epifania 
di fronte al tuo deforme ritratto
ti si pone una doppia scelta:
afferrare il pugnale e strappare la tela vitale 
oppure sfondare la dura terra che ti sta sopra
e scappare 
creare una via di fuga
lontano dalla morte.
Mr.Blake la nuvola è esplosa 
fragore di tuono nel mio orecchio
Grido
ma nessuno sembra sentirmi
Mi ascolta quella ragazza
che suona accordi diversi
vorrei ascoltare le sue canzoni
vorrei sentirle parlare
ma non ho la testa
non ci sono,
non ci sono!
Lei se ne sta sopra, splendente, a danzare
sul pianeta Luce
ha promesso di aspettare
Ma non riesco a sollevarmi, rimango qui accasciato
riposando nel letto del fiume
decido di addormentarmi
Sono qui, Mr.Blake
qui sdraiato al tuo fianco
apatico e logorato
sul lato oscuro
della Luna