Molti hanno pensato
Che non fossimo fatti l’uno per l’altra
Per tanto tempo
In ogni modo possibile, me l’hanno fatto credere
All’inizio c’ho creduto.
Non ti capivo e non riuscivo a sentirti vicino
Così staccato, così estraneo alle mie corde
Mastodontico corpo al di fuori di me
Come potevi diventare mio?
Non ero una pianista
Non lo sono mai stata
Non me lo sono mai sentita
Tutti gli altri intorno a me ti amavano alla follia
Ed io ferma, io immobile innanzi
Terrorizzata
Non capivo come gli altri facessero
A danzarti così sopra
Senza mai fermarsi, senza mai sbagliare
Poi un giorno ha bussato la passione
Poi un giorno è arrivata l’esigenza di dire qualcosa al mondo
Ed è stato quello l’istante in cui ho sentito il bisogno
Il bisogno di toccarti
Di immergere le dita nelle note dissonanti
Ma non ero una pianista.
Poi è arrivato il palco
E tu eri occasionale
Non eri ancora vicino ma c’erano quegli istanti che incrociavano i nostri accordi
Ma
Non ero una pianista
E poi, poi un giorno è calata la notte
E l’inesorabile discesa verso un vero nichilismo
Non ero un essere umano
E nella mia disumanità solo un non-umano avrebbe potuto svegliarmi
Tu
Tu che nei tuoi tasti dicotomici mi hai ricordato
Che la vita non è solo costellata dal candore platino degli astri
Ma neanche solo bagnata dalla nera sabbia di una disperata terra buia
La vita è quella somma
Di ebano e avorio
Che riesce a dar forma alle sfumature chiaro-scure della bellezza
Che a volte suona rumorosamente forte
A volte grida bisbigliando piano
Ma sempre quella esce dal suo ticchettare:
Musica
E in quel momento non ero una pianista
Non ero concertista
Ma ti ho visto con gli occhi nuovi di chi ha scelto di improvvisare un jazz esistenziale
E lì ti ho amato
Ti amo alla follia
E sto imparando a conoscerti e ad amarti sempre più
Anche se lo sai bene anche tu, non sono una pianista
Non sono neanche una cantante
Però è con te che mi sento in quest’istante
Musicista